Perché dico SI anche quando voglio dire NO?

Come far rispettare i propri bisogni senza essere aggressivi: l’importanza dell’assertività

Il nostro modo di stare nelle relazioni e di comunicare non è sempre uguale nel tempo, nei contesti, fermo e immutabile.                    

D’altra parte, pur nella variabilità dei nostri comportamenti, ognuno di noi ha una certa costanza nelle modalità di vedere sé stessi e l’altro nella relazione.

L’ assertività è intesa come la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e convinzioni senza prevaricare o essere prevaricati. 

Quando si adotta uno stile prevalentemente assertivo la persona, quindi, ha ben chiaro cosa desidera, agisce per ottenerlo, rispetta l’altro, non si sente in colpa e mantiene una buona opinione di sé anche quando non raggiunge ciò che desidera.

Sono tante le situazioni di vita quotidiane che mettono più di altre alla prova la nostra assertività:

  • Presentare il proprio punto di vista
  • Manifestare il proprio disaccordo
  • Fare e rifiutare una richiesta 
  • Gestire una discussione
  • Ricevere una critica
  • Ricevere un complimento
  • Fare delle critiche o dei complimenti
  • Esprimere e gestire le proprie emozioni

Quando non riusciamo ad essere assertivi, tendiamo ad avere uno stile prevalentemente passivo o aggressivo.
Il comportamento passivo
è tipico di quando si fa fatica ad esprimere le proprie opinioni, si ritengono gli altri sempre migliori di noi, non si rifiutano le richieste ed è difficile proporre iniziative e prendere decisioni, pertanto, difficilmente si riescono a soddisfare i propri bisogni.

Al contrario, il comportamento aggressivo è tipico di quando si agisce cercando di soddisfare unicamente i propri interessi, prevaricando l’altro, si ritiene di essere sempre nel giusto e si impone il proprio punto di vista senza considerare l’altro.

Ad esempio: la tua amica ti chiede in prestito la collana che ti ha regalato tua mamma, un vero cimelio di famiglia, è uno degli oggetti a te più cari che usi raramente per paura di rovinarlo.

Se adottassi un comportamento passivo, nonostante la forte ansia legata al rischio che la collana si rompa o vada persa diresti alla tua amica: “si certo!”.

Se adottassi uno stile aggressivo le risponderesti: “Ma come ti salta in mente, sei fuori di testa!”.

Se, invece, adottassi lo stile assertivo potresti fare questo tipo di affermazione:

“capisco che tu abbia una cerimonia importante, ma per me quella collana ha un valore molto forte e non mi sento di prestarla”.

Noi spesso, abbiamo stili diversi a seconda del contesto in cui ci relazioniamo (famiglia, amici, lavoro ecc).

Il presupposto di base del comportamento assertivo è il riconoscimento dei diritti propri e dell’interlocutore. Ognuno, infatti, ha il diritto di:

  • difendere i propri bisogni 
  • esprimere la propria opinione
  • dire no
  • chiedere ciò che desidera
  • fare degli errori
  • cambiare le proprie idee

Avere uno stile prevalentemente assertivo non è affatto semplice. Spesso il contesto di valori in cui siamo cresciuti ci ha ancorato ad alcuni pensieri disfunzionali che influenzano il nostro agire nelle relazioni.

Tra questi ad esempio l’idea che i diritti degli altri siano più importanti e prioritari dei nostri, che le loro emozioni dipendono da come noi li trattiamo, oppure l’idea che l’altro agisca sempre per farci del male e quindi la difesa nelle relazioni è il miglior attacco, o che gli altri debbano adeguarsi sempre alle nostre richieste.

Mettersi in gioco in un training assertivo vuol dire imparare a riconoscere il proprio stile predominante di fondo, i pensieri eventualmente poco utili che lo reggono al fine di gestirli e riuscire a vivere meglio le relazioni. 

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